Società HOLDING: tutela del patrimonio, riduzione del carico fiscale e contributivo

La società “HOLDING” è un potente strumento che si presta a finalità diverse. Quelle più discusse e ricercate sono, certamente, la tutela del patrimonio, la riduzione e/o il rinvio del carico fiscale, la riduzione/abbattimento del carico contributivo dei soci e la programmazione del passaggio generazione.

Ma sono queste finalità effettivamente raggiungibili? La risposta è CERTAMENTE SI’ con una programmazione e la costruzione di una struttura tagliata sulle esigenze del Cliente.

Ma COSA è una “HOLDING”? La definizione è spesso poco chiara ma la messa fuoco del tipo di holding che ci si appresta a creare/gestire è determinante, oltre che per una corretta gestione della stessa, anche per trarne il vantaggio che il veicolo offre.

La norma di riferimento – seppur non esaustiva – è l’art. 162-bis del DPR 917/86 (T.U.I.R.) che opera una distinzione tra i soggetti che svolgono un’attività finanziaria in quattro categorie:

  1. i soggetti che svolgono attività propriamente finanziaria (intermediari finanziari);
  2. le holding finanziarie[1], annoverate anch’esse tra gli intermediari finanziari conservando la qualifica di holding;
  3. le holding industriali e commerciali (non finanziarie) escluse dal novero degli intermediari finanziari;
  4. i soggetti assimilati alle società di partecipazione non finanziaria (soggetti che svolgono attività lato sensu finanziaria ma non nei confronti del pubblico).

La categoria che qui interessa è quella di cui al precedente punto 3. ovvero la holding industriale/commerciale (d’ora innanzi solo “holding”) ovvero il soggetto che esercita in via esclusiva o prevalente l’attività di assunzione di partecipazioni (in soggetti diversi dagli intermediari finanziari).

Dunque, se la società in questione esercita, oltra all’attività di assunzione di partecipazioni, anche altre attività, per essere definita holding l’assunzione delle partecipazioni deve essere prevalente.

Tale prevalenza è definita dal comma 3 del citato art. 162-bis secondo il quale l’esercizio in via prevalente di attività di assunzione di partecipazioni sussiste quando, in base ai dati del bilancio approvato relativo all’ultimo esercizio chiuso, l’ammontare complessivo delle partecipazioni in detti soggetti e degli altri elementi patrimoniali intercorrenti con i medesimi, unitariamente considerati, sia superiore al 50% del totale dell’attivo patrimoniale.

Focalizzandosi su quelle che possono essere le possibilità di riduzione del carico fiscale e previdenziale preme sottolineare che tale riduzione di carico è certamente possibile e lo è in maniera chiara e compatibile con le attuali normative.

La preventiva analisi dei costi/benefici è determinante atteso che la creazione di una struttura societaria specifica prevede dei costi di set-up e dei costi di gestione che vengono comunque ampiamente ammortizzati dalle riduzioni di carico fiscale/previdenziale che ne discendono.

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[1] Esercitano in via esclusiva o prevalente l’attività di assunzione di partecipazioni in intermediari finanziari;